Un nuovo studio internazionale rivela il legame tra inquinamento di suolo e acqua e l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari.
Le malattie cardiovascolari sono da tempo riconosciute come una delle principali cause di morte a livello mondiale. Sebbene l’inquinamento dell’aria sia già noto per il suo impatto negativo sul cuore, un nuovo studio pubblicato su Nature Reviews Cardiology ha evidenziato come anche l’inquinamento di suolo e acqua contribuisca significativamente all’aumento del rischio cardiovascolare. Lo studio stima che circa 9 milioni di morti premature all’anno siano attribuibili all’inquinamento chimico globale, di cui la metà legata a malattie cardiovascolari.
Secondo i ricercatori, più di 3,2 miliardi di persone, ovvero il 40% della popolazione mondiale, sono esposte agli effetti negativi del degrado ambientale. Inoltre, il 25% della popolazione vive in Paesi particolarmente vulnerabili all’inquinamento idrico, il che rappresenta un rischio crescente per la salute cardiovascolare.
Cause ambientali e danni al sistema cardiovascolare
L’inquinamento del suolo e dell’acqua è causato da vari fattori, tra cui la deforestazione, l’uso intensivo di fertilizzanti e l’inquinamento industriale. Sostanze come i metalli pesanti, i pesticidi e le microplastiche, ampiamente diffuse nell’ambiente, contribuiscono allo sviluppo di malattie cardiovascolari attraverso meccanismi complessi. Questi inquinanti provocano stress ossidativo e infiammazione, fattori che danneggiano i vasi sanguigni e possono innescare o aggravare condizioni come l’aterosclerosi.
Come riportato dallo studio, queste sostanze tossiche alterano anche i ritmi circadiani, peggiorando la salute vascolare. Le esposizioni possono avvenire attraverso la contaminazione dell’acqua potabile, l’uso di prodotti agricoli o pericolosi ambienti di lavoro, incidendo significativamente sul sistema cardiovascolare.
Gli effetti della polvere trasportata dall’aria
Lo studio ha inoltre messo in evidenza l’importanza della polvere contaminata trasportata dall’aria, come quella proveniente dal Sahara, che può aggravare ulteriormente il rischio cardiovascolare. Si stima che ogni anno circa 770mila decessi siano direttamente collegati all’inquinamento da polvere. Il riscaldamento globale, secondo i modelli climatici, potrebbe peggiorare questa situazione, aumentando la quantità di polveri nell’aria.
Per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari causate dall’inquinamento, lo studio raccomanda misure come il miglioramento della qualità dell’aria e dell’acqua, una gestione sostenibile dei rifiuti e l’adozione di buone pratiche agricole.